Dal matcha allo hōjicha fino al tè rosso rooibos, ecco che sapore hanno gli infusi di tendenza del 2020. Seppur sia da secoli la bevanda più diffusa dopo l’acqua, ciclicamente assistiamo a dei veri e propri trend legati a questa bevanda. La sua incredibile varietà è in grado di sposare i gusti di tutti, anche di chi è sensibile alla teina. Qual sarà il più adatto alle tue esigenze?
Tè matcha, il re dei trend
È ormai il più famoso tra tutti i tè verdi giapponesi per avere più proprietà del tè verde classico: un concentrato di antiossidanti, polifenoli e aminoacidi che, stando alle ultime ricerche, supera 137 volte il contenuto delle altre varietà. Le sue proprietà ultra-benefiche si devono in parte alla coltivazione della pianta e alla lavorazione delle foglie. Il Tencha, la materia prima da cui si ricava il matcha, infatti cresce a riparo dal sole da 20 a 60 giorni prima della raccolta, che viene fatta esclusivamente a mano per non stressare la pianta.
Le foglie vengono così lavorate nel minor tempo possibile per non ossidarle e prima dell’essicazione vengono cotte al vapore e private della nervatura centrale. Una volta secche, delle macine in pietra le trasformano in polvere con un processo accurato per conservare il sapore e l’aroma fresco del tè. È un procedimento così lento che per produrre solo 40 g di matcha ci vuole un’ora.
Preparare il tè matcha
Per la preparazione del tè matcha esiste un antico rituale giapponese che prevede il chasen, un frullino di bambù per eliminare i grumi nel tè. Prima di iniziare con la cerimonia, lasciate il matcha a temperare fuori dal frigo per non alterare colore, freschezza e gusto. Intanto fate bollire l’acqua e lasciatela raffreddare a 75/80° C.
Versate due cucchiaini di polvere matcha in un colino sopra alla ciotola. In questo modo, oltre alla forza del chasen, ridurrete ancor di più la possibilità di creare grumi quando aggiungete l’acqua. Per creare una bella schiuma, sollevate il frullino e frustate il tè formando una M o una W.
Conservazione del tè matcha
Vista la sua preziosa lavorazione, e il costo medio a cui lo si trova, conservare il tè matcha è fondamentale per mantenere intatti gusto e proprietà. Il consiglio è di riporre la polvere in un contenitore sottovuoto di alluminio, da tenere in frigorifero lontano da luce, calore e umidità.
Hōjicha, il tè arrostito in pentola
Curiosa è anche la preparazione dell’hōjicha. Questo tè verde si distingue dagli altri perché arrostito in pentola, mentre la maggior parte delle foglie viene cotta al vapore prima di essere essiccata. In questo caso il tè tostato segue un procedimento antico che ne colora le foglie, senza ossidarle come invece accade per i tè neri.
Il suo sapore dolce e meno astringente è dovuto al metodo di preparazione e dal periodo di raccolta. L’hōjicha si ricava infatti dalle foglie di Bancha, il tè dell’ultima vendemmia della stagione. La tostatura regala alle infusioni un aspetto marrone chiaro-rossastro e riduce in gran parte la teina presente in origine.
Quando consumare il tè hōjicha
Dal momento che la tostatura riduce la concentrazione di teina e il gusto amaro tipico del tè, lo hōjicha si presta ad accompagnare qualsiasi momento della giornata, anche i pasti. In Giappone si abbina a portate dal sapore deciso come la tempura, il pesce alla griglia e carne di maiale. Preparare il tè hōjicha è semplice, vi basterà aggiungere acqua bollente al vostro infusore e lasciar riposare per 5 minuti prima di filtrare le foglie.
Proprietà del tè hōjicha
Il tè hōjicha fa parte della famiglia dei bancha, caratterizzati da eccellenti proprietà curative per il disturbo gastroesofageo. Se consumato durante o dopo i pasti, infatti, favorisce la digestione ed elimina il senso di pesantezza. Come tutte le tipologie di tè verdi, anch’esso ha un’azione detox sull’organismo, favorendo la detossificazione del fegato e la diuresi.
La bassa concentrazione di teina lo rende l’alleato ideale per chi vuole accelerare il metabolismo o ritrovare le energie senza gli effetti indesiderati tipici dei tè teinati, tra cui mal di testa, palpitazioni e insonnia.
Tè rosso rooibos: il deteinato naturale
Mai sentito nominare il rooibos? Forse lo conoscete come tè rosso africano, che spopola sempre più per la sua versatilità. Possiamo descrivere questa varietà come una bevanda simile al tè perché deriva dall’Aspalathus Linearis, pianta appartenente alla famiglia delle leguminose che cresce esclusivamente nella regione del Cederberg in Sudafrica. Viene quindi chiamato impropriamente tè per la sua preparazione simile a quella classica.
Le proprietà del te rosso
A differenza dei tè il rooibos è privo di teina e caffeina, ma altrettanto ricco di proprietà. La sua natura deteinata lo rende un potente calmante e aiuta a ridurre attività spasmodiche come nausea, problemi allo stomaco e all’intestino. Può essere utilizzato anche per uso esterno per curare irritazioni cutanee e sfoghi, vi basterà imbibire un batuffolo di cotone e passarlo sopra la pelle arrossata.
Se avete gli occhi stanchi e arrossati, soprattutto chi è allergico, nei periodi di massima esposizione alla sintomatologia può trovare sollievo negli impacchi con infuso di rooibos. Grazie alla presenza di due bioflavonoidi, la quercitina e la rutina, riduce il prurito a occhi e naso. Provate a tenerlo in frigo prima, sarà una sensazione rigenerante.
Il rooibos in gravidanza
In qualità di infuso, il rooibos non ostacola i ritmi del sonno e non interferisce con l’assorbimento del ferro come invece accade per i tè normali. Per questo lo possono assumere senza alcun rischio bambini, anziani e donne in dolce attesa. Per quest’ultime è una marcia in più perché protegge il sistema immunitario, rafforza l’organismo e fornisce in piccole dosi calcio, zinco e magnesio.
Matcha, hōjicha e rooibos: ecco il gusto che avrà questo 2020. E se siete amanti del tè, provatelo in versione long drink analcolico con la ricetta Varanasi proposta dalla bartender Elena Limongelli.